Acque Sacre Marco Tosolini

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Acque Sacre, Acque Madri

“Spargerò su voi acqua pura, e sarete purificati da ogni vostro inquinamento” Ezechiele, 16

Kant scrive che il sovrasensibile concerne l’arte ma è la natura che esprime il sublime. E il sublime, anche se nella nostra fragilità e timore preferiamo pensarlo al positivo ed immoto – la maestosità di una catena di monti, ad esempio – non ha categorie. È oltre le medesime. Si nutre della asettica potenza dei fenomeni naturali che, per noi umani, appaiono e sono calamitosi.

Così l’acqua che rappresenta tutto ciò che è di maternale, archetipico, biogenetico, salvifico e purificatore può trasformarsi in qualcosa di terrificante e inesorabile come, ad esempio, una alluvione. Vi sono, sparse nella bellezza simbolica del teatro più sensibile, simbolici rovesciamenti del bene in male e viceversa. Madre e acqua sono archetipi ovviamente associati. Madre e Mare ancora di più laddove, proprio a livello organolettico, è scientificamente accertato che l’acqua marina e il liquido amniotico hanno molte sostanze comuni. Maria è la madre di tutte le madri. È lei stessa purissima sorgente di vita, rappresentata in questa abbazia dalla prodigiosa e intrigante presenza di tre fontane, cantate dalla musica stessa che fluisce fra queste pietre.

Nel cuore del chiostro spesso, al centro del più bel giardino matematico che l’uomo abbia mai ideato, vi è un pozzo sorgente. Appare nutrito, anche qui, dai quattro fiumi sacri convergenti. Vi è l’alimentazione vitale della comunità. La sua forza nutritiva è sacra di per sè. Così da quella centralità sacra di irradia idealmente e come fonte salvifica l’energia che abita e agisce il luogo. E così ci illumina San Bernardo: “Ma come ha potuto questo nostro acquedotto raggiungere una sorgente così alta? Vi è riuscito con l’intensità del desiderio, col fervore della pietà, con la purezza della sua preghiera, così come sta scritto: La preghiera dei giusti penetra i cieli.

E nessuno è tanto giusto come Maria, dalla quale è sorto a noi il Sole della giustizia.” Il tema dell’ambivalenza dell’acqua è potente e comprensibile a chiunque. In tal senso ancora più forte è la significanza di un rito musicale che al tema dell’ambivalenza dell’acqua si colleghi e in tale contesto eseguito. Oltre a ciò fra acqua e musica, proprio a livello morfologico, vi sono relazioni fortemente suggestive. Entrambe hanno forma costantemente mutevole Entrambe consegnano alla memoria sfuggente la loro forma. Noi ascoltiamo onde sonore continuamente trasmutanti di cui conserviamo memoria. Noi osserviamo onde d’acqua in mutamento continuo. Il suono riempie gli spazi adattandosi ad essi e su essi si rifrange. Esattamente come l’acqua che si distingue solo per una maggiore densità molecolare. Un’acqua pura e pulita è trasparente come il suono stesso. Non è un caso se i “Frammenti d’acqua” di Claudio Ambrosini ispirati dall’alluvione di Venezia del 1966 e dal potere di trasformazione della madre della vita sono suoni prodotti con strumenti appositamente concepiti in vetro, trasparente come il suono e come l’acqua, vibrante come questi due elementi quanto mai fisici, emozionanti, sublimi.

Marco Maria Tosolini

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